Il patrimonio storico-archeologico dell'antica Bovillae, fonte di sviluppo economico e di riqualificazione ambientale Bovillae: storia e cultura antiche Il grande patrimonio archeologico, storico e paesistico lasciatoci dall'antica Bovillae costituisce la sua più grande risorsa, di proposito finora negletta, e sepolta - molto più che dal tempo - dalla volontà di quelle forze politiche, e soprattutto di quei circoli d’affaristi e di speculatori ad esse consociate, che hanno usato il territorio per i propri fini. Bovillae, l'odierna Frattocchie-Santa Maria delle Mole, una delle circa trenta cittadine dell'antica Lega Latina, era tenuta in grande considerazione da Roma. Non a caso il primo tratto pavimentato dell’Appia Antica (293 A.C.) giungeva sino ad essa. Posta all’incrocio tra la Via Appia Antica (la "Regina Viarum") e la Via Anziata (la moderna Via della Covona e quindi la Via Nettunense), che portava da Tivoli (Tibur) ad Anzio (Antium, citta’ natale di Nerone), la citta’ era un crocevia importante per la transumanza della mandrie (da cui l’origine del nome, anche se secondo la leggenda la citta' fu edificata nel luogo di ritrovamento di un bue sacro destinato al sacrificio, fuggito da Alba Longa).
Bovillae era
anche un centro agricolo, residenziale ma soprattutto un luogo di notevole
significato simbolico e religioso.
Come Roma in eta’ piu’ antica, anche Bovillae fu inizialmente una colonia di
Alba Longa (oggi Castel Gandolfo, l'etimo antico si
riferiva alla "Montagna Lunga" dove era situata la citta', in
quanto "alba" significava "montagna"). Nelle
iscrizioni i cittadini
intitolano infatti se stessi “Albani Longani Bovillenses”,
fregiandosi cioe’ del nome dell'antica loro metropoli.
Il primo nucleo della citta'
fu costruito in epoca repubblicana in una localita' oggi definita "Due Santi",
a sinistra dell'Appia andando verso Albano, cioe' dove inizia il
Parco Regionale dei Castelli Romani. Successivamente in epoca imperiale la
cittadina' si estese a valle, a destra dell'Appia
andando verso Albano, cioe' dove e' situata l'odierna Frattocchie. Il culto della Gens Julia, fondamenta dell'antica cultura romana L'antica Bovillae non aveva solo significato storico, ma anche una particolare rilevanza culturale per i culti a carattere religioso che vi venivano celebrati, e tali da fare comprendere gli elementi fondanti della cultura romana antica come pochi altri. Accadde che dopo la distruzione di Alba Longa da parte di Roma, i riti sacri di Vesta e della Gens Julia furono trasferiti a Bovillae, e particolarmente questo ultimo e' di interesse, e non solo perche' ad esso era dedito il clan familiare di Giulio Cesare, o perche' il capostipite della Gens Julia era secondo le credenze Enea.
Si intuisce il substrato simbolico, psicologico e culturale di Augusto, volto a costruire ad occidente un impero fondato sui valori tradizionali di antichi popoli orientali la cui civiltà precedette quella romana. Si puo’ anche immaginare il contrasto con Marco Antonio, che unendosi a Cleopatra, discendente di Tolomeo, generale di Alessandro Magno, ne aveva sposato la propensione a sviluppare le raffinate idee elleniche, volgendo l'interesse ed ampliando l'impero ad oriente.
Non e' quindi una sorpresa che quando Augusto (nativo
di Velitrae, l'odierna Velletri)
- come narra
Svetonio dettagliatamente - mori' a Nola
in Campania nel 14
D.C., la sua salma fu prima traslata a Bovillae a
spalla dai magistrati di ogni municipio lungo la strada, e poi scortata a
Roma dai cavalieri dell’ordine equestre, per essere cremata ed infine
tumulata nell'omonimo mausoleo. Rimangono oggi rimarchevoli reperti archeologici del periodo imperiale - lo stadio, cisterne, edifici collegati probabilmente al servizio postale, presenti soprattutto a Frattocchie nella localita cosidetta’ “delle Giostre” (dalle evoluzioni dei cavalieri nel circo), ma anche a Santa Maria delle Mole, specie nella localita’ nota come “Mugilla”. In passato, numerose esplorazioni archeologiche, condotte prevalentemente nel XIX secolo (dal Principe Colonna, dal Lugli, dal Lanciani etc.), avevano portato alla luce un grande teatro, una costruzione a volta alta 6 metri con pianta ottagonale ad esso vicino, diverse abitazioni e ville, ruderi di due acquedotti e di cisterne, numerose statue e sepolcri, come illustrato in una delle numerose piantine e disegni dell'epoca, di cui una e' mostrata qui sotto.
ll circo o stadio e' l'elemento distintivo e piu' celebrato dell'antica Bovillae, i cui resti ci sono fortunatamente almeno in parte pervenuti. Fu uno dei soli 6 stadi dell’antica Roma, con una capienza di 8.000 spettatori. Era lungo m. 328.50 e largo m. 60.
Le testimonianze piu' notevoli del circo sono i resti degli archi o "Carceres" che formavano il lato corto settentrionale.
Caratteristica degli archi e' la loro successione leggermente obliqua rispetto ai lati lunghi del circo in modo tale che il lato lungo di Ovest sia piu' lungo di 10 metri rispetto a quello d'Est, consentendo ai condottieri di percorrere la stessa distanza in un giro del circo - come si usa ai tempi nostri con le corsie in atletica.
Intorno ai "carceres", in peperino e alti circa m. 2.9, erano costruiti dei vani quadrilateri, larghi m. 4, per alloggiare i cavalli, le bighe e i cavalieri.
Durante gli scavi del secolo XIX furono esplorate le tribune del circo, che erano ancora riconoscibili nella prima parte del secolo scorso.
Dinanzi ai carceres, ma all'esterno
del circo e in direzione Nord, sempre all'interno dell'attuale "Fattoria
Boville", esistono resti di costruzioni antiche.
Nell'esplorazione del XIX secolo venne rilevato trattarsi di un portico con
all'interno una serie di vari piccoli ambienti di forma rettangolare,
affiancati tra di loro - probabilmente si trattava di una struttura attinente l'attivita' agonistica.
Attualmente la "Fattoria Boville" (di proprieta’ privata), che include il cuore dell’area archeologica, e’ in vendita, ad un costo contenuto. E’ una grande, irripetibile opportunita’ per: - fare si’ che un bene storico, archeologico e culturale sia messo a disposizione della comunita’ nazionale, e quindi che la proprieta’ diventi pubblica. - dare l’avvio ad una campagna di scavi per fare rinascere e riapparire dalle sue ceneri un’intera citta’ romana antica, la piu’ vicina a Roma, ed una delle piu’ importanti dell’antica Lega Latina. - istituire un Parco Archeologico nella zona, salvaguardandola dall'incombente speculazione edilizia e dall'abusivismo, che incalza quotidianamente. - istituire in una delle due costruzioni un Museo Archeologico, che spieghi la storia antica di Bovillae e della Lega Latina, e che esponga i ritrovati archeologici gia’ esistenti o trovati nel corso degli scavi. - dare corso ad un'attivita' ricettiva, offrendo la suggestiva area per convegni o riunioni, con un importante reddito a beneficio della collettivita’ (il calcolo dei benefici economici, a fronte di poche spese, e' stato svolto da Legambiente con uno specifico "Business Plan" o Progetto d'Impresa). - rendere a Frattocchie, l’antica Bovillae, il bene primario costituito dal proprio patrimonio archeologico e storico-culturale. Nel dare giustizia alla cittadina, e nel rinfocolare le sue radici e la propria identita’, le si darebbe un impulso a progredire con fiducia. - fare decollare il turismo di Frattocchie, che sarebbe finalmente fondato su un sito turistico di interesse primario, e in grado quindi di attrarre realmente visitatori. Finora le attivita' di tipo turistico-alberghiero non sono decollate, a causa della mancanza della materia prima di ogni attivita’ turistica: dei siti specifici capaci di suscitare interesse. - spezzare il circolo vizioso per il quale l’edilizia, specie se condotta abusivamente, costituisce un settore redditizio. Gli speculatori edili e gli abusivi cercano di convincere il resto della collettivita' che la cementificazione dell'intera area porta a posti di lavoro e reddito. In realta' si tratta di un cancro, poiche' a seguito di questa attivita' pochi cittadini realizzano ingenti guadagni, a scapito dell’ambiente, del patrimonio storico-archeologico, e quindi delle risorse e dei posti di lavoro dell’intera collettivita’. Ogni giorno vengono persi grazie alla cementificazione posti di lavoro in agricoltura (specie di quella viti-vinicola, con produzione di vini pregiati), nel turismo ecosostenibile, nell'artigianato. - creare un punto di riferimento per le organizzazioni ambientaliste ed archeologiche dell’intera area dei Castelli Romani. - utilizzare il terreno agricolo per l’attivita’ di cultura biologica, eventualmente da parte di una cooperativa di disabili, cio' che portera’ a qualificare l’area e ad un guadagno a loro beneficio con risparmio di spese per la loro assistenza. A prescindere dalle molteplici e vantaggiose modalita' di utilizzo della Fattoria, resta il fatto che si tratta di un grande investimento immobiliare, in quanto ad un prezzo contenuto e' possibile acquisire una proprieta' di grande pregio (per la presenza in essa di una villa e di una grande dependance che ingloba una parte dei carceres, per la grande estensione del terreno, per la dotazione di piante presenti, per la presenza di un duplice ingresso, sia dalla Via Appia sia da Via delle Giostre), e soprattutto perche' la proprieta' ha un valore archeologico e paesistico incalcolabile, introvabile, ed irripetibile.Rinvenimento di reperti archeologici in Via delle Giostre durante gli scavi di fognatura Nel novembre 2005 sono stati eseguiti dei lavori di scavo per l’apposizione di tubi di fognature in Via delle Giostre - eseguiti dal Comune di Marino senza richiedere l'autorizzazione della Sovrintendenza ai Beni Archeologici, e senza neanche informarla, entrambi obblighi di legge. Nel corso degli scavi, condotti frettolosamente e con poca o nessuna cura verso eventuali ritrovamenti archeologici, sono stati rinvenuti 5 lastroni di peperino di notevoli dimensioni, di cui 3 molto grandi e squadrati, e 2 leggermente piu’ piccoli, sempre squadrati, ma con al centro un grande incavo quadrato, presumibilmente per alloggiarvi travi di sostegno.
I lastroni, uniti tra loro, e posti ad una profondita' di 80-90 cm, formavano una struttura molto piu’ grande delle dimensioni della traccia degli scavi fognari, venendo attraversata da essa.
Gli esperti della
Sovrintendenza Archeologica hanno esaminato i reperti, che facevano parte
probabilmente del
grande teatro antico di Bovillae, un’imponente
complesso residenziale
di epoca imperiale. Inoltre, oltre ai lastroni, sono stati rinvenuti
una grande quantita' di blocchetti di mura romane (secondo il modello "opus reticulatum"), pezzi di antiche tegole, cocci di vasellame ("Sigillato
italico" di origine etrusca, ed usato nel I e II secolo D.C., ed altro piu'
comune), ed infine pezzi di marmo lavorati.
L'area attraversata da questa via e' una delle piu' belle della campagna romana, o meglio, di cio' che ne' e' rimasto. Situata tra la Via Nettunense e la Via Ardeatina, conduce al Santuario della Madonna del Divino Amore.
La delibera della Giunta Regionale del 17 ottobre aveva finalmente recepito le istanze della popolazione ed inserito l'area di via del Divino Amore nel Parco Regionale dell'Appia Antica, ma una sentenza del TAR ha incredibilmente annullato la delibera, con soddisfazione dei costruttori. La Giunta regionale - incredibilmente – non ha inserito nel Parco Regionale dell’Appia Antica l'area di Mugilla, peraltro la naturale prosecuzione del Parco, contrariamente a quanto proposto dal Piano di Assetto. Il sito e' di alto valore paesistico, poiché agisce da cerniera tra il Parco dell'Appia Antica e la campagna Romana, e contiene strutture archeologiche tra cui una cisterna romana, un sepolcro, resti murari attribuiti ad una villa romana.
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